lunedì 14 luglio 2008

Strategic Planning – Processi e deliverables

Lo scopo di una infrastruttura IT è, fondamentalmente, quello di supportare il raggiungimento degli obiettivi del business attraverso un efficiente ed efficace uso dei sistemi ICT dispiegati.
Di conseguenza il business ha la necessità di dover essere tradotto in tecnologia e ciò può avvenire solo avendo definito, in precedenza, un Modello di Infrastruttura.

Modello di Infrastruttura ICT

La figura precedente mostra il fatto che le business unit ed i processi dipendono strettamente, ed ovviamente, dalla qualità e modalità di correlazione degli ICT services. Gli ICT services sono, a loro volta, dipendenti sia dalla Tecnologia d’Infrastruttura sia dagli elementi costituenti la stessa Infrastruttura. Tali ultimi elementi sono, ovviamente, forniti e dispiegati sia da team interni sia da fornitori esterni.
Le modalità di interazione tra gli ICT services ed il business sono e devono essere documentati tramite SLAs (Service Level Agreement) mentre le analoghe interfacce tra i team di supporto ed i fornitori devono, altresì, essere documentati e definiti in accordi di OLAs (Operational Level Agreement) e Contratti di Servizio, correlati anche essi dai necessari SLAs.
Nel caso si desiderino ulteriori dettagli relativamente a tali documenti è possibile far riferimento ai modelli di Service Support e Service Delivery contenuti all’interno della ITIL Library di cui il presente documento (white paper) è abstract.

Lo scopo dello strategic planning è quindi contribuire al design degli ICT services della infrastruttura richiesta e necessaria al business. E’ importante che le ICT strategies siano attestate e definite secondo le seguenti linee guida e best practices:
  • Allineate con la business strategy e le sue pianificazioni
  • Appropriate allo scopo, realistiche e concrete
  • Focalizzate sul business
  • Bilanciate tra obiettivi di breve e lungo termine
  • Opportune e ragionevoli
  • cost-effective
  • includere milestone di implementazione che siano effettivamente misurabili

Come mostrato nella seguente figura l’ICT planning riguarda molti livelli, dalla strategia al planning dell’infrastruttura operazionale ed è notevolmente influenzato, a tutti i livelli, dalla strategia di business e del conseguente strategic planning.

Business ed ICT planning - Livelli

Una strategia ICT è considerata un prerequisito ad un coerente planning relativo all’infrastruttura ICT, al planning tattico ed al planning operazionale.
Il complessivo process planning dovrebbe procedere attraverso i seguenti livelli e step mostrati nella seguente figura.


Planning levels e triggers.

La figura precedente mostra anche che le strategie, policy ed architetture non sono solamente costituite da documenti attivi e/o proattivi ma anche e soprattutto, reattivi.
Ad ogni buon conto si deve sempre considerare che l’infrastruttura ICT è un investimento a lungo termine che evolve parallelamente alle necessità di modifica (change management) guidate dal business ed in funzione del livello di richiesta relativamente ai servizi esistenti.
Quindi come mostrato in precedenza, ci sono differenti entry points all’ICT planning quando esso diviene necessario per:

  • supportare una nuova business unit
  • fornire un nuovo business service
  • migliorare le performance di sistemi e servizi
  • andare incontro alla domanda o rettificare limitati down relativamente ad alcune richieste caratteristiche operazionali
  • sostituire componenti/moduli/servizi all’interno di concordati budget operativi

Un approccio strategico dovrebbe essere sempre adottato in merito alla definizione di uno specifico planning relativo ad una infrastruttura ICT.

Questo implica anche il creare architetture per framework di lungo termine dell’infrattruttura ICT necessaria a supportare una determinata strategia ICT.

Lo sviluppo di una strategia ICT è comunque un obiettivo estremamente complesso. Proprio per tal motivo è necessario e vitale che appropriate risorse e tempo siano investiti e dedicati allo sviluppo della strategia.
Le migliori strategie ICT sono guidate dal business e dalle necessità del business. Per tali motivi, come esplicitato dalla figura seguente, gli attivatori per lo sviluppo e revisione continua di una strategia ICT dovrebbero essere proprio lo sviluppo e revisione parallela delle strategie di business e relativi planning.


Lo sviluppo dell’ ICT Strategic Planning.

venerdì 11 luglio 2008

JobStats - the current state of the UK computing job market

E' il mercato IT relativo alla Gran Bretagna (il total demand for staff) ... in linea di massima segue il trend dell'economia mondiale che è agganciata, per quanto riguarda soprattutto il settore Information Technology, fortemente a quella americana.

Solitamente l'andamento del grafico seguente diviene attuale, nel mercato italiano, dopo circa due mesi... quindi se lo si vuole leggere appunto per il mercato italiano (sia se si è job seeker sia se invece si è IT Human Recruiter) basterà aggiungere due mesi al valore indicato dal grafico!!!

Il sito di riferimento è:

http://www.jobstats.co.uk/

dove è possibile rintracciare anche i profili IT più ricercati in UK ed il loro price medio, ovviamente sul mercato anglosassone.

Total demand for staff in UK

mercoledì 9 luglio 2008

Recensione: Il coraggio e la visione. Il lato segreto dei creatori di successo

E' impressionante, leggendo questo libro di Jessica Livingston, rilevare le differenze tra le modalità con cui nasce il tipico imprenditore nel settore IT negli Stati Uniti ed invece come e cosa sia l'imprenditore e l'imprenditoria IT in Italia.
I casi che l'autrice prende in esame sono delle vere e proprie avventure, in cui lo spirito di sacrificio personale è unito però alla possibilità, che solo il meccanismo tipicamente americano dei Venture Capitalist consente, di vedersi riconosciuta (e finanziata!!!) nel caso ci sia, la qualità di un prodotto.
Il libro è sostanzialmente una raccolta di interviste ai soci fondatori di alcune aziende leggendarie in campo tecnologico che raccontano come hanno realizzato il loro sogno.
Sogno che il più delle volte, è bene notarlo come costante, non era legato alla possibilità di immediati guadagni ma era invece, sin dall'inizio, legato fondamentalmente ad una idea ed alla fortissima volontà di realizzarla.
Citiamo solo alcune delle persone intervistate: Steve Wozniak (Apple), Caterina Fake (Flickr), Mitch Kapor (Lotus) e Sabeer Bhatia (Hotmail) ...
L'intervista a Steve Wozniak varrebbe da sola l'acquisto di tutto il libro. Woz, come venne soprannominato dal suo altrettanto leggendario compagno Steve Jobs, appare nella intervista come quel personaggio che ci siamo sempre immaginati che fosse... un creativo geniale ed una persona trasparente... un tecnico che dal nulla creava una macchina che è stata la storia dell'informatica, l'Apple 1.



Titolo: Il coraggio e la visione. Il lato segreto dei creatori di successo
Autore: Livingston Jessica
Editore: Mondadori Informatica
Data di Pubblicazione: 2008
Collana: Argomenti generali
ISBN: 8861140920
ISBN-13: 9788861140929
Pagine: 302

martedì 8 luglio 2008

The Perils of JavaSchool

The Perils of JavaSchool

Un interessante articolo, come sempre scritto in modo estremamente piacevole, di Joel Spolsky (ex Program Manager Microsoft - Excel vi dice qualcosa?) uno dei "guru" del software attualmente più ascoltati. Una visita periodica al suo blog, http://www.joelonsoftware.com/ è sempre d'obbligo!
In quest'ultima nota egli si lamenta dei tempi moderni o del fatto che in realtà, come tutti noi, forse sta invecchiando: "A sure sign of my descent into senility is bitchin' and moanin' about 'kids these days,' and how they won't or can't do anything hard any more!"

Recensione: Code Complete di Steve McConnell


Spesso capita di leggere qualcosa una prima volta, in momenti o periodi in cui magari, per varie motivazioni, non siamo pronti a comprendere in profondità ciò che abbiamo tra le mani. E poi capita di rileggere e scoprire che quel qualcosa è veramente un'incredibile fonte di apprendimento e crescita. Questa è la mia attuale esperienza con Code Complete (di Steve McConnell) che avevo già letto anni fa, di corsa ed in inglese, ed oggi sto rileggendo nella sua recente edizione italiana (MS Press) con il (solito) brutto titolo, che i traduttori italiani purtroppo non ci risparmiano mai, di "Ingegneria del Codice". Cito solo una frase, a proposito di questo testo, di Peter Wright (Program now) e poi chiudo: "Questo libro merita di diventare un classico e dovrebbe essere una lettura obbligatoria per tutti gli sviluppatori e per chi è responsabile della loro gestione".

Citazioni del mese

P. Picasso: "Quando i critici d'arte si incontrano parlano di Forma, Struttura ed Espressione. Quando gli artisti si incontrano parlano di dove si può acquistare a minor prezzo l'acquaragia".

Gibbon: "L'insegnamento è sempre inutile, eccetto nei casi in cui è superfluo".

Oscar Wilde: "Chi dice la verità, prima o poi, viene sempre scoperto".

Scott Ambler (http://www.ambysoft.com/): "A good developer knows that there is more to development than programming. A great developer knows that there is more to development than development".

Recensione: Web Usability - J. Nielsen

[Premessa necessaria... si tratta di recensione già pubblicata qualche anno fa dal sottoscritto sulla rivista Computer Programming... ma i principi esposti in questo manuale sono pur sempre attuali...]
L'autore di questo testo Jacob Nielsen è, attualmente, uno dei massimi guru del Web design. I suoi principi di progettazione web si possono riassumere fondamentalmente in tre parole: semplicità, semplicità, semplicità!!!E' un paradosso ovviamente ma la semplicità, o meglio la pratica della semplicità, come Nielsen definisce il cuore della propria metodologia di progettazione, è quasi un'ossessione per un Nielsen contrariato per la enorme quantità di siti inutilmente complessi e con contenuti informativi nulli. Ed in effetti, se si verifica sul campo l'applicazione alla lettera di tale pricipio proprio sul suo sito http://www.useit.com/ si può, sulle prime, rimanere paradossalmente sconcertati dalla grafica estremamente spartana, quasi monacale!!! Del resto anche il testo Web usability si presenta con una grafica semplice ma evidentemente, dati anche i numerosi esempi presenti riguardanti, purtroppo, principalmente ciò che non si deve fare sul web pittosto che, invece, esempi in positivo, i grafici della casa editrice non devono aver lasciato completamente mano libera a Nielsen!!!Comunque, ad ogni buon conto, è utile sottolineare che Web usability non è né un manuale di tecniche di programmazione né un testo destinato esclusivamente a grafici del web. E' piuttosto un utilissimo compendio di principi generali di project-design che tutti coloro che hanno in qualche modo a che fare con la progettazione di sistemi informatici, dal foglio elettronico alle intranet di grandi aziende, dovrebbero leggere con estrema attenzione. Se, infatti, l'importanza che Nielsen attribuisce all'usabilità da parte dell'utente di pagine web si diffondesse tra i progettisti di tutte le interfacce utente di qualsivoglia prodotto informatico tutto il mondo dell'IT ne trarrebbe gran giovamento. Gli utenti non avrebbero più scuse, data la buona qualità dei prodotti, relativamente alle difficoltà d'apprendimento nell'utilizzazione dei loro programmi!!!Nielsen sottolinea, come filosofia di fondo, che se i processi che conducono alla progettazione di interfacce utente sono inutilmente complessi anche la relativa implementazione del motore software sottostante ne soffrirà inevitabilmente. In conclusione Nielsen, da perfetto appartenente al pragmatico mondo americano, definisce un acronimo (H.O.M.E.) per riassumere i cardini fondamentali dei suoi principi di progettazione affichè gli utenti tornino in certi siti anzichè in altri.Il significato di tale acronimo, riassuntivo di ciò che Nielsen tende a comunicarci con questo testo, è: High quality (contenuti di alta qualità), Often (aggiornamenti frequenti), Minimal (tempi di scaricamento minimi), Ease (facilità d'uso).
Pro:
Oltre a principi generali vi sono, ampiamente documentati, suggerimenti relativi a page design, content-design, intranet design, e da ultimo ma non per importanza, per il doveroso rispetto che il mondo anglosassone, a differenza di noi italiani, ha sempre avuto per tali problematiche, criteri di progettazione web per utenti con disabilità.
Contro:
Forse Nielsen può essere considerato un pò troppo integralista e ci si chiede come sarebbe il web se tutti i web-designer applicassero alla lettera i suoi criteri di progettazione!!!

Autore: Jacob Nielsen
Titolo: Web Usability
Editore: Apogeo
ISBN: 8873036864
Lingua: Italiano
Anno: 2000
Prezzo: € 40,28
Pagine: 418
Allegati: nessuno

Recensione: Sistemi Informativi e aziende in rete - C. Francalanci ed altri

[Premessa necessaria... si tratta di recensione già pubblicata qualche anno fa dal sottoscritto sulla rivista Computer Programming... ma i principi esposti in questo manuale sono pur sempre attuali...]

L’Ingegneria del software è una disciplina relativamente recente, in continua evoluzione e senza un patrimonio di esperienze consolidate come le altre Ingegnerie. Negli ultimi anni si è cercato di porre rimedio con la quantità di metodologie (L’UML ed il RUP saranno la soluzione?) alla scarsa maturità delle stesse. Il libro ci informa che, anche per questa evidente immaturità, l’atteso impatto rivoluzionario dell’Information Technology è stato notevolmente inferiore alle attese. Ma come? L’IT, che appare oggi essere il traino indispensabile dell’economia mondiale, non ha determinato alcuna crescita della produttività del sistema economico? La Rivoluzione Informatica non regge il paragone con la Rivoluzione Industriale? La risposta potrà apparire un paradosso ed, in effetti, gli studiosi di economia lo definiscono, in letteratura, come paradosso di produttività, ma la dura realtà, principalmente per i professionisti del settore, è proprio questa: non vi è nessuna automatica correlazione tra investimenti in informatica ed accelerazioni positive della produttività nelle aziende che li effettuano. Gli Autori, che sono docenti presso il Politecnico di Milano, partendo da questo presupposto, che rappresenta comunque un dato di fatto, descrivono le principali teorie sul rapporto tra le strutture aziendali ed i processi di elaborazione dell’informazione. Il testo pone quindi l’attenzione su due aspetti di solito poco considerati dagli sviluppatori e che, tuttavia, rappresentano spesso la differenza tra un progetto software riuscito ed uno fallito: l’efficacia delle stesse regole di business implementate dal software e le metodologie utilizzate per catturarle (estremamente interessante l’appendice dedicata dagli Autori all’analisi delle procedure aziendali e la conseguente descrizione del metodo AD - Analisi del Dettaglio). In sostanza il testo sottolinea che l’efficienza e l’efficacia di un software si misurano dalla capacità d’introdurre una nuova tecnologia unitamente al cambiamento organizzativo al quale essa si accompagna. Attraverso un percorso diviso, a grandi linee, in tre parti il libro ci descrive, nella prima parte, la differenza tra le tecnologie informatiche e le tradizionali tecnologie di produzione indicando, tra l’altro, alcune regole e criteri operativi di orientamento generale per la progettazione di sistemi informatici. Nella seconda parte vi è la descrizione dell’architettura complessiva dei sistemi di supporto operativo (ERP, CRM, SEM) e delle regole di business ad essi sottesi (Controllo di gestione, ad esempio). La terza parte si propone come ponte tra i metodi dell’Ingegneria Gestionale e l’Ingegneria del Software descrivendo i criteri di passaggio dall’Analisi del Dettaglio (analisi delle procedure aziendali) al modello Entità – Relazioni.

Pro:
Le tecnologie informatiche sono importanti almeno quanto i principi che costituiscono le basi dell’informazione trattata delle tecnologie stesse. Gli sviluppatori che desiderano approfondire il tema della comunicazione tra l’IT e la complessa realtà dei processi da informatizzare possono trovare in questo testo uno strumento di indiscutibile valore.
Contro:
Nessuno

Scheda
Autore: G. Bracchi; C. Francalanci; G. Motta
Titolo: Sistemi informativi e aziende in rete
Editore: McGraw-Hill Libri Italia srl
ISBN: 8838608849
Lingua: Italiano
Anno: 2001
Prezzo: € 33,50
Pagine: 448
Allegati: nessuno

Boullée, Speer...

Teorico, architetto rivoluzionario e uomo dell'Ancien Régime, Boullée, è architetto di cui resta praticamente quasi nulla di realizzato ma la cui influenza è stata poi, seppur misconosciuta, enorme... ed è arrivata a noi, tramite un sottile filo rosso, passando finanche per l'Architetto di Hitler, Albert Speer.

Speer, che è considerato uno dei fondatori delle teorie di project management ed organizzazione di sistemi complessi.
L'Architetto che, di fatto, ha consentito, con le sue "mostruose" capacità organizzative, riconosciute al tempo anche dagli avversari del Reich, e mediante aumenti di produzione dell'industria bellica tedesca, al Reich di Hitler di resistere alla pressione degli Alleati.
Ciò malgrado i distruttivi bombardamenti cui lo sottoponevano l'azione combinata degli inglesi e degli americani.

La "forza organizzativa" di una buona architettura!!!

Boullèe, comunque, è stato personaggio visionario ed amatissimo dal mondo del cinema.

Il film "Il Ventre dell'Architetto" girato a Roma da Peter Greenway, è basato sull'ammirazione sconfinata per Boullée da parte del protagonista.

La parte più importante della produzione di Boullèe era costituita da una serie di progetti fantastici destinati ad illustrare la sua visione di Architettura ... progetti di smisurati edifici pubblici in cui veniva proposta un'architettura nuova, basata sulla sperimentazione di forme geometriche elementari e carica di significati morali e simbolici.

Forme elementari, geometrie semplici ... tecnologia ed arte KISS ... keep it simple!!!


lunedì 7 luglio 2008

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