mercoledì 17 ottobre 2018

Architects: Paul Allen – Software Architect, Microsoft (1971-1983)

Questa è una storia che se non fosse realmente accaduta nessuno ci crederebbe.
Sembrerebbe una leggenda …ed in effetti è assolutamente indubitabile che molto di quello che racconteremo a breve ha i toni del leggendario… e ciò malgrado il fatto che il personaggio, Paul Allen, essendo uno dei 10 uomini più ricchi del mondo, è ovviamente, e rappresenta, di certo, qualcosa di molto concreto …
…e nel caso in cui ce lo dimenticassimo ci sono i suoi 30 miliardi di dollari di patrimonio stimato a tutt’oggi a ricordarcelo.
Altra cosa che dovremo avere sempre presente, nel raccontare la storia di Paul Allen, il vero ed unico numero due della Microsoft di tutti i tempi, ed il suo primo Software Architect, è il fatto che lui e Bill Gates sono amici da sempre, ed hanno condiviso la loro passione per l’informatica da quando erano due giovanissimi teen agers.
L’informatica è la loro passione comune …ed è una passione che traspare tutta anche dalla foto seguente... una rarissima foto del 1968 in cui Bill ha 13 anni (Gates è nato nel 1955) e Paul ne ha 15 (Allen è del 1953)…


Aspetto da sottolineare e che traspare tutto … ed è cosa ed atteggiamento ben noto a chi lavora nel settore del software developing … (pair programming, programmazione in coppia, eccoli lì… anche Bill&Paul lavoravano con questa metodologia!!!), c’è Paul alla tastiera che scrive il codice…
Ed in effetti il primo vero Software Architect, di quella che, al momento della fondazione, si chiamava Micro-Soft, è stato Paul Allen…
L’unica persona, oltre alla madre, che ha avuto anche lei un ruolo fondamentale nella creazione di quel colosso che è oggi la Microsoft, di cui si dice che Gates si sia mai fidato in vita sua…
Paul Allen … forse l’unico vero e solo amico di Bill Gates… ed il suo primo Architect …
Allen ha avuto un ruolo chiave nella scalata di Microsoft al successo… e non ha mai creato problemi di leadership a Gates.
Problemi di leadership, per inciso, che sono molto sentiti nel mondo dell’informatica, per il particolare tipo di personalità che hanno e devono avere sempre e necessariamente i buoni programmers…
Allen ha sempre accettato la leadership di Gates… ciò malgrado sia più grande di età di due anni rispetto a Bill…ad Allen, in fondo, forse interessava solo l’aspetto tecnico-creativo ed in effetti tra Allen e Gates c’è stato, probabilmente, lo stesso tipo di simbiosi tecnica e capacità commerciali e di raiders delle trattative che vi è stato per un'altra coppia storica dell’informatica, Steve Jobs e Paul Wozniak (Apple).
Allen è colui che quando fondò, insieme a Gates, la Micro-Soft, ed erano poco più che ventenni entrambi, accettò senza fiatare il diktat di Gates che, su consiglio della madre modificò, prima di trascrivere gli atti formali dinanzi ai notai, la ripartizione percentuale delle quote della società.
Le quote iniziali della Micro-Soft erano 50% Gates e 50% Allen.
Quando la madre di Gates (che si intendeva di affari ed era membro influente di molte potenti associazioni in ambito cittadino a Seattle, la loro residenza) vide la ripartizione fatta dal figlio gli impose di cambiarla…
Disse a Bill che non esistono società al 50% …disse, sempre al figlio, rimproverandolo duramente di non capire nulla, che sarebbe prima o poi arrivato un momento, nell’ambito della vita societaria, di decidere qualcosa di estremamente importante … ed in quel caso doveva essere chiaro chi aveva l’ultima parola e chi no…
Bill capì e torno da Paul dicendogli che lui, Bill Gates, aveva deciso che le quote dovevano essere cambiate…51% riservate a lui stesso, Gates, e 49% per Paul…
Prendere o lasciare… si guardarono negli occhi mentre Paul prendeva la sua decisione… poche persone al mondo possono reggere lo sguardo di Bil Gates … e Paul accettò…
E fu l’inizio di qualcosa che adesso è, di fatto, leggenda…
Non la ripercorreremo tutta… solo alcuni aspetti cruciali, anche per capire meglio il ruolo di un Architect, quale era ed è Allen, e di quanto tale ruolo sia spesso decisivo…
Una buona scelta tecnica di un buon Architect può salvare una situazione grave ed apparentemente irrecuperabile…
Una cattiva scelta, oppure peggio ancora, l’assenza di un Architect e la situazione da critical diviene vero e proprio collasso tecnico …
Allen è la persona che indirizzò Gates, dopo che lo stesso aveva concluso l’affare con IBM, alla scelta di acquistare la code – base di ciò che poi diverrà il DOS http://it.wikipedia.org/wiki/MS-DOS, da un programmatore che aveva strutturato, senza alcun successo commerciale, qualcosa di simile a ciò che occorreva loro, un clone del C/PM di Gary Kildall (Digital Research)
Lo comprarono per 40.000 dollari!!!
Fu Allen ad estenderlo, lavorando come un matto sui terminali dell’università, e fu lui soprattutto che compì un vero e proprio miracolo tecnico quando, la mattina in cui stava partendo per la sede IBM per consegnare il prodotto (e ci andò solo Allen perché stavano risparmiando anche sui soldi dei biglietti aerei) si accorsero, troppo tardi, Gates ed Allen, che si erano dimenticati di scrivere la sequenza di bootstrap.
Lavorando sui terminali universitari (avevano scroccato anche questo!) il bootstrap lo realizzava il mainframe centrale…Ma il DOS doveva essere auto partente!!!
Se lo erano semplicemente … dimenticato !!!
Allen allora realizzò un vero e proprio capolavoro tecnico… Gates stava già pensando a manovre e telefonate dilatorie ad IBM… ma erano già al terzo rinvio…avrebbero quasi certamente perso la commessa più importante della loro vita…
Allen prese allora la decisione… disse a Gates di non preoccuparsi… avrebbe scritto lui, la sequenza di bootstrap… e lo doveva fare… accidenti… da solo in aereo con carta e matita ed in 3 ore circa!!!
Gates lo guardò partire incredulo ma Allen era convinto di potercela fare … e Paul scrisse in aereo, su fogli rimediati all’ultimo momento, incredibilmente a memoria, il codice della sequenza di bootstrap…
Arrivato per il test nella sede IBM trascrisse con calma, mentre i tecnici presenti lo scrutavano scettici, il codice nel PC prototipo che IBM gli mise a disposizione e … tutto funzionò … assurdamente senza errori!!!
Non si diventa a caso uno dei dieci uomini più ricchi del mondo!!!
E la storia andò avanti sino al 1983 …la Microsoft è già una potenza del settore ICT negli Stati Uniti e nel mondo e sotto la guida di Gates si muove con una spregiudicatezza che è indicativa delle modalità aggressive con cui intendono sopraffare il mercato
Sono, infatti, già di quel periodo le denunce per approcci di marketing assai discutibili, utilizzati da Microsoft, (ma tipici ancor oggi di molti ambienti ICT!!!) secondo il metodo F.U.D. Fear - Uncertainy - Doubt, - e cioè sostanzialmente diffondere notizie, prevalentemente false, sull’incapacità tecnica o su gravi problemi tecnici dei software dei concorrenti per impedirgli di conquistare mercato…
Nel 1983 accade qualcosa di imprevisto, qualcosa che non ti aspetti…qualcosa che però ci ricorda che siamo uomini… tutti uomini…
Paul Allen si ammala… e gravemente…un cancro, il morbo di Hodgkin…
Dura due anni la lotta di Allen contro la malattia… intanto Gates è vicino all’amico e gli dice di non preoccuparsi… che ci penserà lui alla società…sono i due anni più duri per Gates e per Allen…anni in cui Allen la sfanga nella sua lotta per la vita …e Gates stravince contro tutti gli avversari…
Dopo due anni così Gates è ben felice di riaccogliere il suo Architect, che torna dopo aver vinto la sua lotta contro la malattia…
Ma Allen, che possedendo il 49% è già ricchissimo oltre l’immaginabile, da al suo amico una risposta inaspettata… gli dice che non ha più voglia di lavorare!!!
Che, avendo affrontato la morte, ha imparato il valore della vita ed adesso vuole godersela…vuole spendere tutti soldi guadagnati, ha le sue passioni (basket, football, donne, viaggi…) e non gli frega più nulla del lavoro!!!
…e quindi prega Bill di liquidarlo e di lasciarlo andare!!!
Per Gates è un brutto colpo… pensa inizialmente che il suo vecchio amico sia impazzito e prende tempo… anche perché liquidare il 49% di Microsoft non è una operazione economicamente tanto fattibile nel breve…
Ma poi passa il tempo e Gates capisce che il suo amico fa sul serio, che davvero ha staccato la spina… quindi si passa al piano B orchestrato da Gates… che è la parte finale della nostra storia come vedremo…
Nel frattempo, negli ultimi 20 anni, Allen ha realizzato e sta realizzando tutti i suoi capricci… compra squadre di basket (i Portland Trailblazers) ed una di football, i Seattle Seahawks.
Edifica e fonda un museo dal costo complessivo di 500 mil. di dollari dedicato ad uno dei suoi idoli Jimi Hendrix, finanzia cospicuamente, tra l’altro, la ricerca di forme di vita extraterrestri (23 mil di lire al Seti Institute di Carl Sagan) ed una misteriosa società ICT, Transmeta, che è anch’essa una leggenda come il suo fondatore e vedremo poi perché…
Peraltro Allen è personaggio molto discreto che non ama far parlare di sé e lo dimostra, circa 10 anni fa, quando suo malgrado incappa in un guaio giudiziario… una sua segretaria lo denuncia per violenza sessuale… è il periodo in cui negli States sembra facile ottenere (vedi caso Mike Tyson) cospicui risarcimenti con denunce del genere…
Ma Allen è uomo pubblico e si ritiene che andrà, con il suo stuolo dei migliori avvocati, sino in fondo… senza patteggiare come è sempre possibile nel sistema americano di Common Law…
Ne sono convinti tutti i media americani e mondiali che cominciano a seguire morbosamente la vicenda…
Si arriva alla data dell’udienza preliminare dove, secondo la prassi americana, il magistrato chiede alle parti di, eventualmente, chiudere la partita con una cifra a risarcimento di tutto… è la prassi… ma Paul Allen è uomo pubblico… rifiuterà senz’altro per proteggere il suo buon nome.
I difensori della segretaria sparano, senza convinzione, una cifra pro-forma….5 milioni di dollari … è appunto un pro forma…
Si attende l’ovvio NO dei difensori di Paul Allen, i migliori d’America…
Ed a questo punto accade qualcosa che si è visto e si vedrà raramente nelle sedi giudiziarie… gli avvocati di Paul Allen aprono una valigetta, tirano fuori un assegno, compilano la cifra e lo consegnano al magistrato che, incredulo, legge l’importo!!!
Quindici milioni di dollari!!!
Si pensa ad un errore ma gli avvocati di Allen chiariscono…
Essi hanno avuto esplicito mandato, da parte del loro cliente Paul Allen, di pagare 3 volte qualsiasi fosse la somma richiesta dalla controparte per chiudere, definitivamente, la questione lì.
Perché il loro cliente non avrebbe avuto il tempo di dedicarsi alla vicenda!!! Aveva ed ha di meglio da fare…
Il sottoscritto estensore di questo post seguì la vicenda, all’epoca 10 anni fa, sui notiziari web e sui giornali come Corriere e Repubblica che dedicarono… e lo ricordo bene davvero… più di un reportage dall’udienza in cui accade quanto descritto
Uno, molto bello, da parte anche di uno dei loro migliori giornalisti, Vittorio Zucconi, scritto davvero bene…
Di quella notizia oggi, e la cosa è abbastanza inquietante, non vi è più alcuna traccia sul web…
Provate a cercare…
Allen è un personaggio molto discreto ed anche i motori di ricerca lo sono…
E veniamo a Transmeta http://www.transmeta.com/ …la società più importante di Paul Allen che continua pur avendo ufficialmente lasciato Microsoft, a tenere un piede nel mondo ICT…
Per anni, prima di annunciare al pubblico di produrre microprocessori a basso consumo e quotarsi al NASDAQ, Transmeta rimane un segreto impenetrabile intorno al quale si accumulano rumours e misteri.
E' la società dove lavora, ma guarda un po’ i casi della vita, e sin dal 1997, Linus Torvalds, si proprio quel Linus Torvalds, l’Architect (un altro ancora!!!) di Linux per intenderci, assunto dall’Architect Paul Allen con un contratto di milioni di dollari.
Transmeta si dice sia la società che assume programmatori e tecnici di altissimo livello togliendoli prevalentemente ai concorrenti di Microsoft.
E’ la società che sfoggia per anni una home page che è un capolavoro di anti-marketing.
E’ la società che, come il suo principale finanziatore Allen, non ama far parlare di sé sul web…
Tra le leggende che girano nei meandri della rete ve n’è una veramente incredibile… forse la più incredibile di tutte… e ciò la dice lunga sul fatto che le informazioni contenute sul web e nel web chissà cosa siano in realtà…
…comunque, si diceva, la leggenda più paradossale che circola sulla rete è che chiunque scriva di Paul Allen, del suo incidente giudiziario, di Transmeta, di Linus Torvalds che lavora per Transmeta … riceverà una telefonata da un qualche emissario misterioso… che pagherà 3 volte qualsiasi cifra per far sparire la notizia, oppure lo assumerà in Transmeta a peso d’oro!!!
E questo è veramente davvero incredibile…
Oops… scusate se interrompo adesso questo post …ma mi squilla il cellulare…

mercoledì 21 ottobre 2009

Internet advertising appears to begin its comeback

Oct 20, 2009 8:25 PM By MICHAEL LIEDTKE, AP


After bogging down in the recession, Internet advertising is regaining the momentum that has made it the decade's most disruptive marketing machine. The signs of an online revival are emerging even while advertising in print and broadcasts remain in a slump that has triggered mass layoffs, pay cuts and other upheaval.
Internet advertising was just about the only bright spot in the third-quarter reports of two major newspaper publishers, Gannett Co. and McClatchy Co. Meanwhile the companies still are dealing with steep declines in print ads - an imbalance most analysts predict will take years to address. The harsh reality is that much of the advertising in long-established media, particularly in the classified sections of newspapers, will never rebound to pre-recession levels, said Lauren Rich Fine, a longtime media analyst who is now a professor at Kent State University.
That grim outlook contrasts with the fact that advertisers are increasingly allocating more of their budgets to the Web. That's where their customers are spending more of their free time. On top of that, Internet ad rates are less expensive, and the returns on online ad investments are easier to quantify. Even when they buy time in other media, advertisers are realizing they need to be promoting their wares on the Internet too.
"You can draw a straight line from the time when people hear an ad on the radio or television to when they search for that company on the Internet," said David Karnstedt, chief executive of Efficient Frontier, which helps manage ad campaigns on search engines. These trends will give Internet advertising 19 percent, or nearly $87 billion, of the worldwide ad market in 2013, up from just 4 percent, or about $18 billion, in 2004, according to PricewaterhouseCoopers and Wilkofsky Gruen Associates.
That would make the Internet the third-largest marketing medium. Television is expected to remain on top, with $168 billion, or 36 percent of the global ad market in 2013, up from 35 percent in 2004. Newspapers would still be No. 2, but their $92 billion in advertising revenue is projected to account for 20 percent of the global ad market, down from 28 percent in 2004. For now, though, some types of Internet advertising - real estate, travel and help-wanted, in particular - remain in the funk they fell into in the first half of the year, when U.S. ad revenue on the Web fell 5 percent. (That was still far better than the 12 percent to 29 percent declines suffered by U.S. newspapers, radio stations and television broadcasters.)
David Hallerman, a senior analyst at eMarketer, thinks it's too early to conclude the entire Internet advertising market is on the upswing. "It's more like the patient had a 105-degree temperature and now it's down to 100 degrees," he said. EMarketer expects Internet ad sales in the U.S. to fall by nearly 3 percent in the second half of this year, slightly less than in the first half. The research firm expects a 6 percent increase next year followed by a 7 percent gain in 2011. The most compelling evidence for an online recovery is being made by Google Inc., whose search engine powers an online network that has grown from $411 million in worldwide ad revenue in 2002 to more than $22 billion annually now. The company's ad revenue rose 7 percent in the third quarter, the fastest pace so far this year, and Google's executives indicated they are gearing up for even more rapid growth in the months ahead.
Google could be an anomaly because its specialty - selling ads tied to online search requests - tends to be the last thing cut from marketing budgets and the first thing to attract more money in the early stages of a recovery. The reason: Search requests have proven to be a highly effective way to identify consumers shopping for a specific product or service. And the ads typically cost advertisers only when the links are clicked on.
For instance, a Google ad tied to a search request containing the word "shoes" currently costs about $6.80 per click, while an ad generated by a request with the term "car parts" costs just 48 cents per click. Buying ads in major newspapers or on TV can easily cost thousands of dollars with no assurance the investment will deliver customers.
Besides the Internet's lower prices, the Web's tracking technologies make it easy to measure whether a search ad campaign is yielding adequate sales to justify the expense. If their online spending isn't paying off, advertisers typically can pull the plug more quickly than in print and broadcast, which often require financial commitments that last several months.
The greater flexibility online makes it easier to gauge the mood of consumers by buying Internet search ads before ramping up spending in other areas, Fine said. "I think a lot of (advertisers) are experimenting right now, hoping they can stimulate a little more demand," she said. "Some of this could be wishful thinking."
It might take longer to see an ad rebound at Yahoo Inc., which runs the Internet's second-most widely used search engine. Yahoo's forte is "display advertising" - online billboards and other more visual forms of marketing. Companies still seem reluctant to spend on those more elaborate campaigns, partly because they tend to be more expensive and not as well-aimed as search ads. The reticence is the main reason Yahoo reported its third-consecutive quarterly decline in ad sales Tuesday. Yahoo's ad revenue fell 12 percent after declining 13 percent in the first half of the year.
Even so, Yahoo isn't being hit as badly as newspaper publishers; McClatchy's print advertising, for instance, plunged 32 percent in the third quarter. Its online ad sales, on the other hand, increased 3 percent.

Copyright 2009 The Associated Press.

giovedì 3 settembre 2009

Search Engine Web versus Social Network Web

Dal protocollo ip all'individuo - Da http://www.denaro.it/

Il web si va configurando come un sistema di relazioni slegato dai numeri - Carmine De Falco e Tonino Ferro

Mark Zuckerberg, alias "mister Facebook", rilascia questo mese al giornalista Fred Volgestein, per Wired, un'intervista che ha il potere di schiudere gli occhi sul futuro di internet.

"Apertura", è la parola chiave del pensiero del numero uno di Facebook. E (letteralmente) "terra a terra", il tipo di approccio con il quale confrontarsi nella nuova arena globale: è finita l'era dei mediatori e lo sviluppo del social network più famoso al mondo, dichiara Zuckerberg, va nella direzione dell'utente che condivide, che crea rapporti, a partire da un solo account, con un numero potenzialmente illimitato di persone.

La chiave della questione sembra questa: come migliorare le possibilità di connessione dell'utente. Per fare in modo che valga l'equazione: più persone connesse uguale più contenuti condivisi. Attenzione su questo punto in apparenza banale, perché scardina ogni rapporto utilitaristico e filosofico tra utente e contenuto stesso.

L'esperienza di Facebook dimostra, dice Zuckerberg, che "il numero di informazioni che la gente sta condividendo proprio ora cresce molto più velocemente del volume di blog e siti 'aperti' del web". Leggi: i siti e i blog sono gestiti da persone che filtrano informazioni; non ci son un produttore dell'informazione e un consumatore interessato.

Rimane in mezzo il blogger o il giornalista. I numeri spiegano meglio delle parole, e tolgono i lettori dall'imbarazzo del dubbio: su Facebook si caricano un miliardo di foto al mese e ci sono un miliardo di contenuti condivisi a settimana. Quale contenitore di conenuti può competere? Silenzio.Le dichiarazioni del sorridente ragazzone americano e le contromosse del gigante Google unite al desiderio di Microsoft di colmare il gap sul mercato dei motori di ricerca e dei servizi web, fanno pensare ad un'imminente guerra tra due mondi contrapposti:

- web "social network oriented"
- web "search engine oriented"

Già dalle parole si coglie la grande differenza, da un lato c'è la rete e il sociale, dall'altro un motore che rimanda alla meccanica. Sono diversi i fattori che spingono verso la nuova era, dal motore/algoritmo all'uomo/relazione, dalla dimensione logico-matematica alla dimensione semantica, dalla "scrivania" al mobile.

Il primo passaggio presuppone una navigazione non più anonima o associata ad un i.p. numerico, ma l'ingresso in rete di un individuo tramite piattaforme di gestione "universale", ovvero una sorta di "meta-social network" capace di organizzare da un unico account più profili di uno stesso utente (vedi friend feed).

Il secondo passaggio, la vera rivoluzione del web che verrà, permetterà, riconosciuta l'identità dell'utente, di proporre sullo spazio virtuale del web, una serie di contenuti, audio, video, informativi, elaborati sulla base delle attività e degli interessi reali, e non su algoritmi logico-matematici.

Il terzo passaggio, riguarda l'affermazione dell'internet mobile, ovvero la possibilità di navigare e di essere così costantemente connessi dal proprio cellulare (sempre più ricco di funzioni, rapido, e interattivo).

In sintesi, il web sarà personale, portatile, condiviso, relazionale e potenzialmente sempre "on".

Facile immaginare come tutto ciò comporterà un'ennesima e ulteriore rivoluzione cognitiva, che stravolgerà completamente l'attuale scenario dei media.

domenica 26 luglio 2009

Continuous Integration as solution in Economic Meltdown?

Ognuno ha la sua vision ma la costante di questa fase economica è che quasi tutte le aree tecniche IT sono focalizzate... sui budget disponibili!!!
Budget che sono oggi, ancor di più che nel passato, il vero driver di ciò che è possibile fare o non fare…
“In economic meltdown CFO is a CIO!!!” e mai come adesso, in qualsiasi realtà, forse questo è vero!!!
L'economic meltdown probabilmente sarà la tomba di ciò che si è già rivelato inefficace nel corso degli ultimi anni ... Le rigide modalità organizzative dipartimentali (anni ‘80) che “generano” solo conflitti di competenze (e questo lo sapevamo già bene!)... spazzate via quindi...
Ma spazzato via ugualmente anche il modello (anni 2000) su cui si erano riposte invece molte speranze di Creative Software Factory ….
Modello, quest’ultimo, che ha mostrato la corda purtroppo per profitti troppo bassi o inesistenti ...rispetto ai costi di un sostanziale R&D in continuum
Qualcosa del genere fanno gli americani ma loro hanno l'esperienza consolidata dei Venture Capitalist... un "concreto" R&D che in Europa ammettiamolo ... nessuno sa veramente fare... nè il Pubblico nè il Privato...
Purtroppo altri modelli consolidati al momento non sono in vista, li stanno cercando tutti del resto.
L’unica cosa che forse si può fare, secondo le best practices raccomandate, almeno per le aree di competenza tecnica, è di avvicinarsi il più possibile alle esigenze di:

a) Time to market
b) Business Continuity

In sostanza velocità di implementazione e stabilità di piattaforma.
Gli unici modelli architetturali compatibili per gestire entrambe queste esigenze sono forse quelli della Continuous Integration & Perpetual Beta ... Anche perchè consentono di comprimere, (perchè gestiti in modalità automatica!!!) i costi di ruoli diversificati (tester, operation, management, software developer).



Sono modelli verso cui ogni giorno converrebbe ruotare pian piano le piattaforme ed infrastrutture software.

Sulle discipline di project management anche lì c’è profonda evoluzione in corso ed il profilo di PM&Manager tradizionale, mero pusher & dispatcher di attività, sta mostrando definitivamente la corda anch’egli…
Anzi si sta sempre di più facendo strada il modello di riferimento di PM&Manager a forte valenza tecnica … con competenze di business ed attenzione ai costi, ai profitti ed ai budget….
Sono questi PM quelli ideali per essere connector tra le aree tecniche e di business e sono questi profili i veri catalizzatori di attività e fatturati per le aziende.
Con questi profili difficilmente sorgono problemi di efficienza ed efficacia delle strutture … perché si tratta di Manager che hanno già dimostrato sul campo, ed a tutti i team coinvolti, di essere tecnici ed esperti di business allo stesso tempo…

 
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